MAGA ALCINA
pupo palermitano in paggio
Storia dei Paladini di Francia
XIX sec.
h piede/spalla: 56 cm; h piede/testa: 66 cm;
h piede/ferro: 127 cm;
inv. D 226
Il pupo indossa una lunga casacca viola stretta alla vita da una cinta in macramè e ornata all’estremità da frange dorate e passamaneria dello stesso colore, la gonna plissettata bianca e il cappuccio. Una struttura metallica fissata alle spalle sostiene il velo, permettendo alla testa di roteare per presentarsi nei suoi tre aspetti: donna, diavolo e scheletro. Il meccanismo è molto semplice: la testa è ancorata a un tubicino libero di ruotare intorno al ferro di manovra.
Nel costruire e nel manovrare la marionetta di Alcina, l’arte del puparo eguaglia l’arte della magia.
L’incantesimo della maga consiste nella trasformazione del proprio volto, che assume a seconda dell’occasione l’aspetto di donna giovane e bella, di vecchia diabolica e mostruosa e di scheletro; ciò mette a dura prova la fantasia e l’abilità costruttiva del puparo nell’escogitare l’espediente tecnico, il meccanismo più funzionale, veloce ed efficace a permettere la “magia”. Il pupo di questa collezione è dotato di un’unica testa a tre facce girevoli, che permetteva che la trasformazione del viso della maga avvenisse sotto gli occhi degli spettatori.
La marionetta è armata di bastone o di una sorta di bacchetta magica, con cui nella Storia tramuta in piante i paladini sedotti (come Astolfo, poi liberato da Ruggero), costringendoli a rimanere sulla sua Isola stregata.
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