I tradizionali pupi siciliani vestono abiti "civili" in questo spettacolo che trae ispirazione da un fatto di cronaca che affronta il delicato tema della lotta antimafia. Al centro della narrazione la giovane Lia Pipitone, figlia ribelle del boss mafioso del quartiere Arenella-Acquasanta di Palermo, Antonino Pipitone. Poco incline al rispetto dei codici di comportamento di Cosa Nostra, la giovane indocile fu uccisa simulando un tentativo di rapina in una sanitaria del quartiere, il 23 settembre del 1983. A ordinare l'omocidio il suo stesso padre.
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