Il nostro Museo, in collaborazione con il DEMS - Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Palermo e con l'Institut français di Palermo ed il patrocinio del Ministero della Cultura e dell’Assessorato dei Beni culturali e dell’Identità siciliana e dell’Assessorato Turismo e Spettacolo presenta, a partire dal giorno 6 e fino al 16 ottobre, una mostra di opere di Jean-Pierre Gaudin.
Inaugurazione mostra 6 ottobre ore 18.30
Pli sur Pli | Piega su piega
Mostra diffusa di Jean-Pierre Gaudin
Introduce Michele Cometa, professore ordinario, Dipartimento Culture e società, Universtà degli Studi di Palermo
ABSTRACT
Ritmi, colori, materiali poveri, volumi che scandiscono lo spazio sono, di volta in volta, gli elementi privilegiati nel lavoro di Jean-Pierre Gaudin: ma la cifra specifica con cui si presenta nel mondo delle arti visive - accantonate le riflessioni accademiche sui modelli urbanistici e sui sistemi di potere - è data soprattutto dalla scelta del cartone. Non solo supporto, ma materia prima di cui investigare, esaltare o distorcere le caratteristiche formali e funzionali.
Una scelta, definita dalla curatrice Marina Giaveri, socio-estetica. Dove è possibile cogliere un rapporto complesso fra l’attività di ricerca sui temi di storia urbana - in particolare sulla pianificazione urbanistica - e lo sbocco creativo rappresentato dalla produzione di queste opere.
L’arte visiva – mobilitata in questa mostra – sembra proporre lo sguardo del: “Comprendere piuttosto che spiegare”. Come afferma l’artista: «Al di là dell’efficacia delle politiche, vi è l’aspetto simbolico dei rifiuti nelle città, cosa che conduce soprattutto ad arricchire l’analisi dei rapporti fra la sfera pubblica e quella privata. Innanzitutto, di fronte alla “nettezza urbana” fattasi attività quasi industriale (raccolta, selezione, recupero o smaltimento, esportazione), dobbiamo ammettere che la raccolta dei rifiuti resta in certe culture un commercio tradizionale, e persino, a volte, un modo di vita comunitario: straccivendoli, smistatori, rivenditori, riciclatori dei paesi poveri… E le inchieste degli etnologi, così come il lavoro degli artisti, ci mostrano che sono in gioco valori più profondi dello statuto delle immondizie e della loro gestione: sono in gioco concezioni a volte opposte della sfera pubblica e della legalità, percezioni differenti di sporco e pulito, di ruoli sociali, ma anche dell’intimo e del privato».
Attraverso la mostra Piega su Piega, titolo che trae ispirazione dalle increspature, spessori, nervature, le cui interne relazioni formano anch’esse dei ritmi, Jean-Pierre Gaudin cerca di dar conto di diverse espressioni parallele:
- “Millefoglie” visivi, fatti di strappi praticati su cartoni d’imballaggio, a loro volta coperti da carte incollate, poi completati con tratti dipinti che danzano sopra superfici inquiete;
- Cartoni usati che portano i segni dei loro utilizzi successivi – cartoni macchiati, bruciacchiati, ripiegati, insiemi di profili - che sono a poco a poco reinterpretati come dei portolani o delle parti di continenti, oppure come figure che dialogano con frammenti di carte stradali: tante partenze, percorsi, viaggi alla ventura;
- Ritmi danzati su carta, ispirati a una Salomé fin-de-siècle rivisitata da Oscar Wilde e Richard Strauss, in cui le ondulazioni diventano quelle dei corpi e del desiderio, giochi di colori e di tratti le cui onde ritmate non sono più quelle del cartone ma quelle di un’immaginazione colorata;
- Scatole d’imballo, quelle dello speed delivery, che si trasfigurano e diventano altri mondi quando le si apre e le si distende, e le si guarda come umanoidi o divinità moderne che si rizzano di fronte all’immaginario consumistico.
Diventano delle silhouette, come quelle antiche marionette che dicono la fierezza teatrale di lunghe battaglie condotte contro l’invasore, sia esso l’antico Saracino o l’Amazon odierno. Carlo Magno, il Saracino, Orlando: ci sono anche loro, totem di cartone, dispiegati a partire da imballi, figure del gran sacro che sarebbe eresia lasciar ripiegati sui marciapiedi delle città consumistiche.
- Sono infine dei collage di carte multiple, che sovvertono quei ritmi forti, quelle nervature parallele, quei grigliati rigorosi che scandiscono un po’ dovunque il nostro mondo razionale.
L'inaugurazione della mostra sarà accompagnata da due conferenze e corredata da un catalogo, pubblicato a cura del Museo:
5 ottobre alle 16.00
Esiste davvero la governance partecipativa?
Dialogo fra Jean-Pierre Gaudin e Alfio Mastropaolo, Professore emerito, Università di Torino
Aula DEMS - Dipartimento di Scienze Politiche e di Relazioni Internazionali - via Maqueda, 324 - 90134 Palermo.
Introduce Antonio Lavieri, professore ordinario, delegato all’internazionalizzazione del DEMS, Università di Palermo.
Con i saluti del direttore del DEMS, Costantino Visconti.
In collaborazione con Institut français Italia.
7 ottobre alle 18.00
LA POUBELLE: ART ET POLITIQUE | LA SPAZZATURA: ARTE E POLITICA
Conferenza di Jean-Pierre Gaudin, professore emerito dell'Institut d'Études Politiques di Aix-en-Provence
Institut français Palermo - Cantieri Culturali alla Zisa - via Paolo Gili, 4 - 90138 Palermo
Jean-Pierre Gaudin
Professore emerito dell'Institut d'Études Politiques di Aix-en-Provence, studioso della governance pubblica e degli aspetti storici del disegno urbanistico, teorico della questione estremamente attuale dei rapporti fra scienza ed arte, Jean-Pierre Gaudin traduce nelle opere scelte le sollecitazioni sociali e politiche delle sue ricerche. L'inaugurazione della mostra sarà accompagnata da due conferenze (all’Institut français e al Dipartimento di Scienze Politiche dell'Università di Palermo) e corredata da un catalogo.
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